CARATTERISTICHE
POSIZIONAMENTO:
- QUOTA: 2047 m.s.l.m.
PERIODO DI APERTURA:
- Aperto tutto l’anno senza necessità di chiavi
- Nessuna prenotazione necessaria
- Accessibile a chiunque gratuitamente (sia soci CAI che non soci CAI)
DOTAZIONI:
- POSTI LETTO: 11 (con cuscini, materassi e coperte)
- TAVOLO CON PANCHE E SEDIE
- CUCINA ECONOMICA
- PENTOLE E STOVIGLIE
- ACQUA: piovana non potabile (in cisterna esterna)
- CORRENTE ELETTRICA: luci temporizzate alimentate da pannello fotovoltaico con batteria
- SERVIZIO IGIENICO: assente
ACCESSO
Il bivacco G. Spagnolli è raggiungibile partendo da due punti distinti: da Laggio di Cadore (località Fontanele) o da Santo Stefano di Cadore.
EE | Bivacco “G. Spagnolli” da Laggio
Partenza: | prog. km 7+150) |
Tipologia: | |
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Arrivo: | Lunghezza: | R: 6,05 km |
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Quota di partenza: | Tempo di percorrenza: | R: 1 h 40’ |
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Quota di arrivo: | Difficoltà percorso: | ||
Quota massima: | Difficoltà percorso innevato: |
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Quota minima: | Livello esposizione cadute: | ||
Dislivello positivo: | Escursione adatta al cane: | ||
Dislivello negativo: |
Stato: |
Descrizione: dal centro di Laggio di Cadore si prende la strada per casera Razzo e in località Fontanele si lascia l’auto e si imbocca la strada militare (forestale) CAI 330 che sale a tornanti nel bosco con pendenza costante e che permette qualche scorcio panoramico. Poi su comodo sentiero con pendenze anch’esse costanti, si entra nel bosco che gradualmente si dirada e lascia posto a distese di pini mughi (baranci), fino al bivacco Spagnolli (2047 m). Da qui si può godere della stupenda vista sul Lago di Centro Cadore contornato dalle cime dei monti Cridola, Antelao, Monfalconi e Spalti di Toro.
Difficoltà: Strada sterrata, sentiero nel bosco e fra i mughi, a pendenza costante.
Note: Dal bivacco è possibile salire fino a Forcella Ciadin Alto Ovest e, da quest’ultima, si può raggiungere Forcella Ciadin Alto Est in cresta, ma vi è un passaggio un po’ esposto, non semplicissimo e non attrezzato.
Riferimenti cartografici:
Tabacco – foglio 02 – Forni di Sopra – Ampezzo – Sàuris – Alta Val Tagliamento
Tabacco – foglio 016 – Dolomiti del Centro Cadore
EE | Bivacco “G. Spagnolli” da S. Stefano
Partenza: | Cadore |
Tipologia: | |
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Arrivo: | Lunghezza: | R: 9,89 km |
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Quota di partenza: | Tempo di percorrenza: | R: 4 h 00’ |
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Quota di arrivo: | Difficoltà percorso: | ||
Quota massima: | Difficoltà percorso innevato: |
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Quota minima: | Livello esposizione cadute: | ||
Dislivello positivo: | Escursione adatta al cane: | ||
Dislivello negativo: |
Stato: |
Descrizione: da Santo Stefano di Cadore (cappelletta sulla SS52) si risale il sentiero CAI 332 fino al torrente, dove si imbocca il sentiero CAI 335 che sale lungo la selvaggia Val Pupera costeggiando l’omonimo rio per buona parte del tracciato. Poi a quota 1650 m circa, al bivio, si svolta in direzione ovest sul sentiero CAI 330 che, dopo un primo breve tratto isoquota, sale ripidamente fino al bivacco Ursella-Zandonella (2000 m); superato il bivacco si risale la conca su ripido pendio ghiaioso che conduce fino alla forcella Ciadin Alto Ovest (2285 m), punto panoramico molto suggestivo. Discendendo lungo il sentiero per circa 20 minuti, si giunge infine al bivacco Spagnolli (2047 m).
Difficoltà: strada sterrata, sentiero nel bosco, ghiaione, sentiero nel bosco e nuovamente ghiaione (traccia poco evidente) fino in forcella, poi sentiero in discesa.
Note: da Forcella Ciadin Alto Ovest si può raggiungere Forcella Ciadin Alto Est in cresta, ma vi è un passaggio un po’ esposto, non semplicissimo e non attrezzato.
Riferimenti cartografici:
REGOLAMENTO
- Il bivacco è gestito dalla Sezione CAI di Vigo di Cadore. Per informazioni mandare una mail a info@caivigodicadore.it o scrivere nella sezione Contatti;
- La struttura è aperta ed il suo utilizzo, rispettoso ed educato, è libero a tutti. La struttura non è prenotabile e chiunque deve esservi ospitato;
- I gruppi che occupano il bivacco NON possono allontanare eventuali nuovi ospiti sopraggiunti;
- L’allontanamento di ospiti dal bivacco può essere richiesto esclusivamente dai membri del Direttivo CAI Vigo di Cadore;
- La struttura non dispone di acqua potabile. Il rubinetto eroga l’acqua piovana NON POTABILE raccolta in un’apposita cisterna, se disponibile. Gli utenti sono tenuti a portare con se la scorta necessaria di acqua potabile;
- Non è assicurata la presenza di legna da ardere. Gli utenti sono tenuti a portare con sé la legna a loro necessaria;
- La legna presente è da utilizzarsi ESCLUSIVAMENTE per cucinare o riscaldare l’ambiente interno. Si richiede di non consumare la legna accendendo falò all’esterno del bivacco e di limitarne al massimo il consumo;
- Gli utenti sono tenuti a lasciare la struttura pulita ed ordinata, rimuovendo e portando a valle tutti i rifiuti ed il cibo non consumato;
- Prima di lasciare la struttura è necessario assicurarsi che tutti i fuochi siano spenti;
- L’illuminazione elettrica è fornita grazie al pannello fotovoltaico installato sul tetto; è quindi funzionante in base allo stato di carica della batteria. Per evitare sprechi, le luci sono temporizzate: si spengono dopo 10 minuti in camera da letto, 30 minuti nella zona giorno1,
- La manutenzione della struttura viene effettuata a spese della Sezione CAI di Vigo, che si avvale del lavoro di volontari e delle offerte lasciate dagli ospiti nell’apposita cassaforte all’entrata del bivacco.
RINGRAZIAMO TUTTI GLI OSPITI CHE APPREZZANO L’OPERA DELLA SEZIONE, NE RISPETTANO IL LAVORO ADOPERANDOSI A MANTENERE LA STRUTTURA IN BUONO STATO E CONTRIBUISCONO AL MANTENIMENTO DELLA STESSA CON LE LORO OFFERTE.
STORIA DEL BIVACCO
Il bivacco “G.Spagnolli” è forse il frutto più bello prodotto dall’attività del Club Alpino Italiano Sezione di Vigo di Cadore. Per comprenderne appieno il valore bisogna dire che le diverse contingenze storiche hanno, di fatto, imposto l’isolamento della catena Tudaio-Brentoni. Questo ha limitato l’affluenza di escursionisti e alpinisti “foresti” ma, contemporaneamente, ha consentito agli appassionati locali di godere in esclusiva un contesto naturale fatto di silenzio e ricco di immagini e atmosfere altrove irrimediabilmente perdute.
Quando la sezione del CAI di Vigo ha deciso, nel 1978, di costruire sotto le due forcelle Ciadin Alto Est e Ovest un vero e proprio punto di appoggio per gli estimatori di questi luoghi tanto suggestivi, sapeva di assumersi una grande responsabilità. La preoccupazione era quella di non creare le condizioni per rovinare un autentico patrimonio di pura e severa bellezza alpina. Oggi possiamo dire tranquillamente che gli sforzi allora profusi sono stati intelligenti e lungimiranti, cosicchè il manufatto si è posto davvero al servizio del miglior alpinismo e non ha rotto quel magico equilibrio che la storia ha voluto riservare alla valle del Piova e alle creste dei Brentoni.
C’erano quasi 500 persone a salutare la sua inaugurazione il 22 settembre 1985 a Ciadin Alto, in una grande festa della montagna, con le rappresentanze di 30 Sezioni C.A.I. strette intorno al presidente generale G. Priotto, al presidente R.De Martin, al sindaco di Vigo S.Piazza e all’inossidabile don Sesto Da Prà, parroco di Lorenzago, che ha tenuto per l’occasione un caldo e commosso discorso ricco pure di spunti autobiografici. Ma da dove è nata l’idea di un bivacco in quella posizione? Agli inizi del secolo, quando il Cadore fu interessato dai possenti lavori di fortificazione, sotto le cime del Ciadin, a un’altitudine di 2047 metri, proprio nel punto in cui il sentiero (oggi segnavia n°330) di Ciadin Alto si biforca per indirizzarsi alle due forcelle Est e Ovest, è stata realizzata una grande spianata, con muri a secco a monte e a valle. Su tale fascia di terreno fu poi costruito un ricovero di legno detto baracca “de Perina” dal nome del capomastro direttore dei lavori, Pietro Da Rin Spaletta, “Piero Perina” appunto. Nel dopoguerra servì da rifugio ai pastori e per bivacco ai non molti alpinisti.
Antonio Berti prima ed Ettore Castiglioni poi la ricordarono rispettivamente nel 1928 e nel 1954 nelle loro benemerite guide (Dolomiti Orientali e Alpi Carniche). Già negli anni ’50 però il manufatto finì abbandonato e cadde in rovina, e lo stesso sentiero non ebbe sorte migliore, invaso da cespugli, mughi e ghiaie. Nel 1973 è nata la Sezione del Club Alpino Italiano a Vigo. Lo scopo primario è stato subito quello di riattivare i sentieri alpini abbandonati e di impedire quindi la perdita di un autentico patrimonio di storia e di civiltà silvo-pastorale. Ed ecco allora che nel 1980 il CAI di Vigo inizia a costruire una baracca di cantiere munita di 3 posti letto, di una stufa e di un fornello, come base per accogliere i volontari impegnati nell’opera di costruzione.
Tra il 1981 e il 1983 è stata realizzata una teleferica per il trasporto in loco dei materiali. Era lunga 1700 metri e agevolò non poco gli sforzi dei tanti appassionati accorsi per dare una mano. Gli ultimi lavori sono stati fatti tra il 2 e il 5 novembre 1984. Il bivacco, che vuole imitare le caratteristiche topiche delle malghe esistenti in zona, consiste in un manufatto in blocchi di cemento (m 6X6), alto 5 m con solaio di legno e copertura in legno e lamiera. Comprende due vani al piano terra, adibiti a cucina e vano giorno, e sottotetto con 11 posti letto. Esso è stato dedicato a Giovanni Spagnolli (1907 – 1984), senatore, ministro, presidente del Senato e presidente del CAI Generale dal 1971 al 1980.
A sottolineare l’importanza della dedicazione l’allora Presidente del Senato Amintore Fanfani inviò a Vigo una targa ricordo e l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga inviò un telegramma. L’accesso al sentiero segnavia n°330 che porta al bivacco si trova in località “Fontanelle” al Km 7 della strada provinciale per Casera Razzo. Il sentiero misura 7 Km e si sviluppa su un dislivello di 850 m che si percorre in 2,30 ore circa. Ma al di là delle più impegnative mete che permette di raggiungere (Crissin di Gogna, Crissin di Auronzo, Schiavon, traversata dei Brentoni, Popera Valgrande…), ci piace sottolineare la sua particolare posizione e conformazione, che lo rendono assai adatto ad ospitare corsi di alpinismo, gruppi naturalistici, gruppi di alpinismo giovanile… Cosa chiedere di più ad un bivacco alpino?